Parigi divenne capitale già nel 508 d.C, quando il capo dei franchi, una tribù definita barbara dai romani, sconfisse la potenza imperiale, che a sua volta nel 52 a. C. avevano scacciato i galli (i primi ad insediarsi sul suo territorio), si dichiarò re e trasformò la Gallia Romana in Francia.
Il paese iniziò la sua ascesa ed espansione. Tra il XI e il XIII secolo la Francia fu in prima linea nelle Crociate per liberare la Terra Santa dagli infedeli e il suo potere monarchico si legò sempre più all’autorità del papa. Al crescente potere politico della monarchia corrispose un periodo di prosperità: il Medioevo fu periodo di grande ricchezza e benessere per Parigi. Gran parte delle risorse fu impiegata nella costruzione imponenti opere, come Notre Dame e Louvre, e opere di drenaggio e bonifica. Nell’architettura si affermò lo stile gotico, che venne copiato in tutta Europa e sorsero le prime università.
Ma all’inizio del XIV secolo vi furono i primi segnali di recessione, che si consolidarono con la Peste Nera. In questo periodo di crisi, i vichinghi invasero la costa occidentale della Francia, e dopo tre secoli di guerra penetrarono a Parigi iniziando così la guerra dei Cent’Anni tra l’Inghilterra normanna e la dinastia capetingia di Parigi. La maggior parte delle battaglie furono perse dai francesi, fino alla celebre svolta della battaglia guidata dalla carismatica Giovanna d’Arco, con la quale i re francesi tornarono alla ribalta, scacciarono gli Inglesi e sottomisero la Borgogna.
Seguì, alla fine del 1400 un periodo di vitalità culturale ed economica, oltreché di rinascita politica; accompagnato però da aspri scontri in campo religioso, tra protestanti e cattolici, che ebbe gravi ripercussioni sulla società francese con il conseguente scoppio di rivolte e ribellioni.
Fu in questo clima che Luigi XIV, il Re Sole, all’età di diciotto anni divenne re, instaurando uno dei regni più lunghi nella storia francese, incentrato sulla reggia di Versailles e i suoi ospiti.
Questo periodo di prosperità e benessere fu seguito dalla fase meglio conosciuta come Illuminismo, in cui i protagonisti furono i borghesi, la nuova classe ascesa alla ribalta grazie all’incremento dei commerci e delle attività produttive. Si sviluppò una cultura urbana che non rifuggiva dal prendere le distanze dalla fossilizzate gerarchie di corte, che ben presto portarono, il 14 luglio 1789, alla rivolta dei parigini e alla famosa ‘presa della Bastiglia’, l’evento che diede origine alla rivoluzione francese.
Lo stato, uscito instabile dalla rivoluzione, fu riassestato da Napoleone Bonaparte. Nel 1804 il Papa lo incoronò imperatore dei francesi, e Napoleone portò il regno alla conquista di buona parte dell’Europa. Ma questa sete di conquista lo portò alla sconfitta, prima in Russia nel 1812 e poi a Waterloo, in Belgio, nel 1815.
Dopo Napoleone, la Francia attraversò un periodo difficile fino a quando un colpo di stato nel 1851 portò al potere Napoleone III che in 17 anni ristrutturò e rese maestosa la città con la costruzione di ampi viali (boulevard) e parchi.
Dopo la Prima guerra mondiale, tra gli anni ’20 e gli anni ’30, Parigi divenne un centro mondiale dell’arte e conquistò ampi proseliti tra gli intellettuali sostenitori della libertà di pensiero ma nel 1940 i francesi subirono il duro colpo dell’invasione da parte dei nazisti che rimanendo sotto il controllo della Germania fino al 25 agosto 1944. Alla fine della guerra, Parigi riconquistò il suo ruolo di promotrice dell’innovazione e incoraggiò quel forte movimento liberale che raggiunse il suo apice nella rivolta studentesca del 1968.
La storia recente, sotto gli occhi di tutti, vede negli anni ’80, il presidente Mitterand mettere in atto i cosiddetti grandi progetti urbanistico-architettonici che raccolsero un largo consenso, anche quando i risultati si dimostrarono piuttosto fallimentari. Ancora oggi fanno discutere tra i consensi e le critiche sbigottite il Centre Pompidou e la piramide di vetro del Louvre.